martedì 16 ottobre 2012

schiava o badante?

badante (o assistente familiare):
è una persona che assiste, per sua volontà un persona in difficoltà (solitamente un anziano) conoscendo le regole scritte nel contratto nazionale di quel tipo di lavoro. In cambio del suo lavoro, riceve mensilmente un compenso concordato e mai inferiore al minimo previsto dal contratto nazionale. La badante è libera di accettare condizioni diverse  da quelle stabilite dal contratto, può licenziarsi, rivolgersi ad un sindacato o ad un giudice per essere tutelata per le prestazione che da. La badante può scegliere liberamente altri datori di lavoro e condizioni di lavoro migliori.
schiava (o oggetto):
non ha nessuna libertà, è proprietà di altra persona.

mercoledì 10 ottobre 2012

Esistono associazioni che si occupano delle badanti?

Ci sono un sacco di organizzazioni che si occupano di badanti. Si va dai vari sportelli per stranieri alle organizzazioni caritatevoli (più o meno caritatevoli), fino alle agenzie di lavoro interinale. Poi ci sono tutti i sindacati che hanno una loro sezione "badanti". I sindacati, patronati ecc. fanno dalle buste paga per i datori di lavoro (sezione solitamente "pensionati"), sino alle vertenze sindacali vere e proprie con tanto di avvocati messi a disposizione delle badanti. Dove c'è denaro si spilla, come nelle cantine fornite.
Delle volte credo persino che le badanti siano un po' come l'I-Pad della Apple, tutti lo vogliono ma appena ce l'hanno vogliono disfarsene, perchè non funzionano le mappe. Con le badanti, a sensazione è la stessa cosa, si fatica sempre ad orientarsi ... dopo averle assunte.

chi paga il viaggio di ritorno in patria?

Di certo la badante o la colf.
Vale sia per il rientro definitivo in patria sia per eventuali viaggi (andata e ritorno) per problemi famigliari o per ferie.
Il contratto prevede che il datore di lavoro o l'ultimo datore di lavoro noto (cioè dove c'è stato lavoro regolare), paghi (sollecitato dallo stato) il rientro in patria (quindi lo paga su richiesta dello stato) solo per i clandestini rintracciati (pescati) dalle forze dell'ordine e che a vario titolo vengono rimpatriati.
E' una tutela che lo stato italiano si da, per rimandare a casa il clandestino senza concorrere alle spese di rimpatrio (cioè senza far pagare il biglietto ferroviario o aereo, con le tasse all'intera collettività).

Può una colf diventare badante?

Assumere una colf (collaboratrice famigliare) cioè una persona che lavora (collabora) con la famiglia nei lavori domestici (pulizia, stiro, cucina) non è esattamente come avere una badante.
La badante (assistente famigliare) è una persona che assiste, da supporto alla famiglia, nell'assistenza di un anziano o di una persona in difficoltà della famiglia stessa.
Cambia il contratto, cambiano i tempi e l'impegno, ma cambiano anche le competenze.
Tutto è possibile sempre che le parti (datore di lavoro e lavoratrice lo concordino e si accordino in maniera scritta).

Cosa sono le indennità di vitto e alloggio?

Sono previste solo per il contratto di convivenza.
Le indennità di vitto e alloggio sono conteggiate in busta paga tutto l'anno (perchè concorrono alla formazione del TFR e dello stipendio). Se la badante lavora sono trattenute dal datore di lavoro che corrisponde però vitto e alloggio (da mangiare e da dormire). Se la badante è in ferie, il datore di lavoro paga alla badante queste "indennità" in cambio del vitto e alloggio che la badante non usa e consuma.
Le indennità sono adeguate al costo della vita. L'indennità non è un buono pasto per il ristorante di lusso o per l'albergo a 5 stelle, ma un contributo alla spesa quotidiana.
L'indennità vale 1,81 euro per pranzo e/o colazione per 1,81 Euro per la cena e 1,57 euro per l'alloggio.
Quindi o si paga o si consuma. 

Cos'è l'alloggio

Solo il lavoro con convivenza, prevede che la badante viva a casa dell'assistito. La badante ha diritto ad una sua sistemazione (stanza) che le consenta di avere una sua "pace", una sua tranquilla pausa (la sua privacy).
L'alloggio prevede un letto e almeno un armadio dove riporre i propri indumenti, uno spazio che consenta di riposare serenamente. Se la badante ha già una sua residenza, è inutile che la sposti a casa dell'assistito, e in questo caso basta una comunicazione al sindaco del comune di residenza dell'assistito, che informi della "ospitalità" data. Se la badante non ha una residenza sua, è obbligatorio dare la residenza nella stessa casa dell'assistito, richiedendola sempre al comune dove si svolge il lavoro.
La residenza è quel posto dove si vive la maggior parte dell'anno.

Cos'è il vitto?

Quando si parla di "vitto" per la badante, si fa riferimento solo a pasti consumati dalla lavoratrice convivente.
Solo il lavoro con convivenza, prevede che la badante mangi in casa dell'assistito. Non c'è un menù fisso o una quantità prestabilita. Si intende un pasto a mezzogiorno e uno alla sera. Anche se nessun contratto ne parla si sottintende anche l'eventuale colazione del mattino. I pasti non sono una carità o un diritto, ma un accessorio allo stipendio mensile e concorrono alla formazione del TFR. In pratica sono dei benefici previsti dal contratto come lo è l'alloggio. E' un po' come mangiare in una mensa aziendale, dove è prevista una bevanda, pane, un primo, un secondo con contorno, frutta. Quanto è dato, serve solo per la badante (una persona) e deve essere sufficiente, per contro non si intende una quantità tale da sfamare anche l'eventuale famiglia della badante. Il "vitto" è tutto ciò che la badante mangia in casa dell'assistito
In una famiglia di 3 persone si calcola che il "vitto" corrisponda ad una spesa di circa cinquemilacinquecento Euro l'anno.