giovedì 25 novembre 2010

posso licenziare la badante in maternità?

No!
Dall'inizio della gravidanza (purché intervenuta nel corso del rapporto di lavoro), fino alla cessazione del congedo di maternità, la lavoratrice non può essere licenziata, salvo che per giusta causa. Le assenze non giustificate entro i cinque giorni, (salvo cause di forza maggiore), sono da considerare giusta causa di licenziamento della lavoratrice.
Inoltre è vietato
Durante i 2 mesi precedenti la data presunta/effettiva del parto (salvo motivate eccezioni)
Durante i 3 mesi dopo il parto, (salvo posticipi autorizzati).

23 commenti:

  1. e se la badante si fa assumere senza dire niente a due mesi dal parto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa ma secondo te al 7 mese di gravidanza nn si vede la pancia? Che ignoranza ragazz

      Elimina
  2. Salve,

    la nonna del mio ragazzo ha una badante che a novembre è andata in maternità e a giorni dovrebbe partorire. Le sono stati dati i 2 mesi + 3 se nn erro, e quindi lei a Marzo sarebbe dovuta rientrare al lavoro. Il problema è che la nonna del mio ragazzo purtroppo si è aggravata e i suoi famigliari sono stati costretti a metterla in una struttura. Ora il problema è che, sebbene sia giusto che la badante debba essere tutelata, il "rapporto di lavoro" nn sussiste più, ma i sindacati sono in disaccordo, perchè qualcuno ci ha detto che si può licenziare con un preavviso di 15 gg dal momento del suo rientro, mentre altri ci hanno detto che lei è tutelata e quindi assunta fino al compimento del primo anno di vita del bambino. vi prego aiutateci perchè non sappiamo più a chi credere. grazie

    RispondiElimina
  3. ti metto cosa dice la legge
    http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/01151dl.htm

    Capo IX
    DIVIETO DI LICENZIAMENTO, DIMISSIONI, DIRITTO AL RIENTRO

    Art. 54.
    Divieto di licenziamento
    (legge 30 dicembre 1971, n. 1204, art. 2, commi 1, 2, 3, 5, e art. 31, comma 2;
    legge 9 dicembre 1977, n. 903, art. 6-bis, comma 4;
    decreto legislativo 9 settembre 1994, n. 566, art. 2, comma 2;
    legge 8 marzo 2000, n. 53, art. 18, comma 1)

    1. Le lavoratrici non possono essere licenziate dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro previsti dal Capo III, nonche' fino al compimento di un anno di eta' del bambino.

    2. Il divieto di licenziamento opera in connessione con lo stato oggettivo di gravidanza, e la lavoratrice, licenziata nel corso del periodo in cui opera il divieto, e' tenuta a presentare al datore di lavoro idonea certificazione dalla quale risulti l'esistenza all'epoca del licenziamento, delle condizioni che lo vietavano.

    3. Il divieto di licenziamento non si applica nel caso:
    a) di colpa grave da parte della lavoratrice, costituente giusta causa per la risoluzione del rapporto di lavoro;
    b) di cessazione dell'attivita' dell'azienda cui essa e' addetta;
    c) di ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice e' stata assunta o di risoluzione del rapporto di lavoro per la scadenza del termine;
    d) di esito negativo della prova; resta fermo il divieto di discriminazione di cui all'articolo 4 della legge 10 aprile 1991, n. 125, e successive modificazioni.

    4. Durante il periodo nel quale opera il divieto di licenziamento, la lavoratrice non puo' essere sospesa dal lavoro, salvo il caso che sia sospesa l'attivita' dell'azienda o del reparto cui essa e' addetta, sempreche' il reparto stesso abbia autonomia funzionale. La lavoratrice non puo' altresi' essere collocata in mobilita' a seguito di licenziamento collettivo ai sensi della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni.

    5. Il licenziamento intimato alla lavoratrice in violazione delle disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3, e' nullo.

    6. E' altresi' nullo il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore.

    7. In caso di fruizione del congedo di paternita', di cui all'articolo 28, il divieto di licenziamento si applica anche al padre lavoratore per la durata del congedo stesso e si estende fino al compimento di un anno di eta' del bambino. Si applicano le disposizioni del presente articolo, commi 3, 4 e 5.

    8. L'inosservanza delle disposizioni contenute nel presente articolo e' punita con la sanzione amministrativa da lire due milioni a lire cinque milioni. Non e' ammesso il pagamento in misura ridotta di cui all'articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689.

    9. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche in caso di adozione e di affidamento. Il divieto di licenziamento si applica fino a un anno dall'ingresso del minore nel nucleo familiare, in caso di fruizione del congedo di maternita' e di paternita'.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è chiaro che se l'assistito muore o va in istituto specifico perennemente per la sua cura il lavoro finisce e se finisce decade tutto anche i 5 mesi (due prima e tre dopo).
      Se gli si pagano anche i 15 giorni di preavviso e si rispettano anche i 5 mesi si è più che bravi.
      Per assurdo la Fiat o altra azienda di grosse dimensione, con persone che continuano ad andare in maternità a rotazione non potrebbe mai chiudere per qualcuna in maternità che la costringerebbe ad essere aperta.
      I sindacati che avete consultato non conoscono la legge.

      Elimina
  4. non puoi licenziare una badante in maternità e assumerne un'altra, ma purtoppo per tutti se l'assistito muore o finisce in una struttura per meglio curarlo senza prevederne un'uscita (cioè non in ospedale dove poi esce e torna a casa), la badante può essere licenziata in tronco altro che 5 mesi. Il lavoro non c'è più. Anche una fabbrica che chiude non mantiene operai a casa, semmai li mantiene l'INPS con cassa integrazione e mobilità, e siccome l'80% dello stipendio (anche per le badanti) in maternità lo paga l'Inps andate da loro a chiedere se loro vogliono continuare a pagare ed avrete la risposta di stato.
    Cioè fine del lavoro, dal giorno del ricovero in struttura protetta della nonna.

    RispondiElimina
  5. ma scusate, la malattia non deve pagarla direttamente il datore di lavoro?

    RispondiElimina
  6. perchè adesso avere un figlio è una malattia?

    RispondiElimina
  7. Chiariamo, la malattia è un incidente di percorso e la paga il datore di lavoro in varia misura a percentuale ma si ferma ai 15 giorni, al mese. L'inps non centra nulla con la malattia e non se ne fa carico. Esiste adesso una cassa COLF che copre certi periodi e integra i giorni per esempio passati in ospedale per cure. Ma anche qui devono esserci un tot di mesi consecutivi con i contributi pagati e quindi anche questo piccolo versamento mensile che confluisce nelle casse dello organismo che si è creato a tutela di badanti ma anche di datori di lavoro.
    La maternità è VITA, fa parte del nostro esistere e quindi va sotto altre tutele.
    La badante quindi è tutelata per tutto il periodo di gravidanza e per licenziarla occorrono motivi gravi in quel periodo.
    Lo stato però salvaguarda il posto di lavoro e non il lavoro che è privato.
    Quindi se c'è lavoro lo stato con le sue leggi ne tutela il posto. Ovviamente quando il lavoro non c'è più lo stato (pubblico) non può imporre al privato di mantenere in piedi un attività che non esiste più.
    Quindi se il lavoro non c'è è un motivo sufficiente perchè il contratto si risolva.
    Durante il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro l'INPS paga alla badante l'80% dello stipendio. Ovviamente l'INPS va informata.
    La storia che non si può licenziare in malattia ma solo al rientro è tutt'altra cosa e non centra. Infatti la famiglia per quei 5 mesi assumerà se vuole una badante a tempo determinato per 5 mesi e non pagherà quindi due stipendi ma solo quello della badante supplente.
    La domanda all'Inps va fatta entro sei mesi dalla nascita o dall'adozione (valgono anche le adozioni), purchè ci sia un certo periodo contributivo congruo cioè nei due anni precedenti al parto ci siano almeno 52 settimane contributive.

    Fate riferimento a questo link dell'Inps (copia incolla

    http://www.inps.it/portale/default.aspx?sID=0%3b5637%3b7180%3b4979%3b4983%3b4992%3b&lastMenu=4992&iMenu=1

    ma torno a ripetere alla base di tutti i discorsi ci deve essere il lavoro, se il lavoro non c'è più tutti i calcoli decadono e nessuno stato può fare una legge che obblighi un datore di lavoro a tenere un operaio quando la fabbrica è chiusa e fallita.

    RispondiElimina
  8. praticamente se le cose si fanno in regola il licenziamento è sempre ammesso per tutelare il reale assistito di tutta la faccenda, cioè l'anziano.
    Ricordiamoci che l'assistito e il lavoro di assistenza viene svolto per proteggerlo dagli altri e da se stesso.

    RispondiElimina
  9. Innanzitutto ti ringrazio per avermi risposto e per averci chiarito le idee. Mi sono subito stampata il dm, e credo che dovrò andare con quello direttamente dai sindacati perché mia suocera mi ha appena detto che continuano a sostenere che la badante si debba tenere fino al 1 anno di vita del bambino, ma nn sanno se lei debba venire a lavorare o stare a casa perché la nonna è nella struttura, e soprattutto chi la deve pagare, se noi o l'inps. Io sono allibita.

    volevo porti un'altra domanda: loro per tutte le pratiche di assunzione si sono anche fatti pagare 180,00 €. E' giusta questa cosa? Scusate nn voglio pensare alla malafede della gente, ma visti i precedenti fidarsi è bene nn fidarsi è meglio.

    Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ai sindacati, ma devi andare all'INPS a chiedere se hai dei dubbi perchè tu (la nonna) sei/è una datore di lavoro. E' il datore di lavoro che deve informare l'INPS di quanto e quando deve pagare quei famosi 5 mesi complessivi. Poi il discorso è un po' diverso.
      5 mesi a cavallo del parto, sono pagati all'80% dall'INPS, poi il posto di lavoro va mantenuto non pagato, cioè va garantito il reintegro al lavoro se il lavoro c'è ancora che non vuol dire pagare un anno di stipendio mentre la badante è a casa.
      I sindacati prendono poi una piccola percentuale per tutte le pratiche inerenti la pensione e le varie denunce accessori dei redditi del pensionato.
      Tutte le altre pratiche, nella fattispecie i servizi al pensionato/datore di lavoro sono esclusi dagli impegni compresi nella piccola percentuale che si prendono.
      Quindi le 4 carte che fanno per l'assunzione o licenziamento, sono spesso fatte da una sezione a parte del sindacato che si fa pagare come un qualsiasi consulente/commercialista esterno.
      Generalmente la pratica "assunzione" costa dai 150 ai 200 Euro (mezzora di lavoro) e la pratica "licenziamento" altrettanto, dipende da organizzazione a organizzazione ma anche da città a città della stessa organizzazione. Può persino capitare che queste pratiche vengano appaltate dal sindacato a cooperative di servizi che occupano uffici della stessa struttura sindacale, ma i prezzi sono quelli e non è detto che un commercialista esterno chieda di più. Poi altre organizzazioni, per esempio curano meglio le pratiche badanti/pensionati e non le denunce dei redditi dei pensionati per le quali rimandano addirittura ad organizzazioni esterne (per esempio ssse non ricordo male fino a qualche anno fa l'associazione API Colf curava direttamente le pratiche di assunzioni e buste paga delle badanti, ma poi, per le denunce dei redditi dei pensionati rimandava tutto alle associazioni della Confagricoltura.

      Elimina
    2. quei famosi 5 mesi sono il congedo per paternità quindi in quel periodo la badante sat obbligatoriamente a casa, ma l'indennità dell'80% viene riconosciuta dall'INPS se ci sono contributi pagati. Cioè non si può farsi assumere un giorno e il giorno dopo andare in maternità e farsi pagare dall'INPS.

      Elimina
  10. Buona sera, mi trovo in una situazione difficile. La badante di mio suocero che vive in casa con lui e suo marito, è rimasta incinta. Nel caso che la suddetta non possa più lavorare (fare sforzi) ed avessimo bisogno di una badante "nuova" per assistere mio suocero, come possiamo farli convivere tutti insieme sotto lo stesso tetto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la badante di tuo suocero vive li con suo marito? Mai portarsi in casa persone estranee al lavoro.

      Elimina
  11. ciao, sono una colf incintă în 3 mesi e il mio datore di lavoro era gia ammalato prima
    di rimanere incinta, e stato ricoverato in ospedale e purtroppo non si riprenderà troppo presto, quindi avrà bisogno quando tornerà acasa di una badante a fisso. Subito quando hanno saputo che sono incinta, mi ha detto che mi devono licenziare perché devono prendere una persona fissa. Possono farlo? Grazie, sono così stressata per questo, anche fino adesso non mi hanno detto niente e mi hanno fatto andare nella sua casa ancora quando era in ospedalee adesso che sanno che sono incinta hanno cambiato l ideea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non centra nulla quando si è ammalato il tuo datore di lavoro, centra solo quando ti hanno assunta e quando sei rimasta incinta. Se eri incinta prima di andare li' dovevi dirlo e NON devono mantenere il posto di lavoro. Se invece quando sei andata li non eri incinta DEVONO mantenerti il posto di lavoro. Questo non vuol dire darti vitto e alloggio a te e a tuo figlio, vuol solo dire che non ti possono licenziare. Della tua paga si occuperà di dartene una percentuale l'Inps alla quale devi fare domanda. Vai da un sindacato, faranno tutto loro. avrai 5 mesi fuori da quella casa per curare la tua maternità dopodichè potrai tornare a lavorare

      Elimina
  12. Buona sera!Ho domanda-lavoro come badante-ho un contratto indeterminato e sn in cinta...Nn mi sento bene e vorrei anche andare via dal italia per stare in polonia(perche sn pollacca) e godere tranquillamente la gravidanza...Quanti soldi ricevo ogni mese i chi lo paga questo?
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai un lavoro o hai fatto una domanda per avere lavoro? Se hai un lavoro devi avvisare Inps e datore di lavoro per capire esattamente quando avrai il parto.La licenza per la gravidanza è di 5 mesi e la paga l'Inps (2 mesi prima e tre mesi dopo salvo gravi problemi di salute certificati da un medico.

      Elimina
    2. lo stato non paga tutto ma solo se non sbaglio 80% della tua paga attuale. tieni conto anche che non puoi essere licenziata durante la maternità ma quasi certamente in questo periodo il tuo datore di lavoro prenderà un'altra badante che potrebbe prendere il tuo posto il giorno del tuo rientro.

      Elimina
    3. Innanzi tutto paga l'INPS, ma l'Inps cioè quell'istituto che raccoglie contributi da tutti per versarli poi a chi ha difficoltà, o è in pensione non può regalare nulla perchè i soldi che si usano non sono quelli dello stato ma soldi versati da tutti i datori di lavoro e da tutti i lavoratori. Non basta essere in maternità e essersi fatti assumere il giorno prima di essere state assunte per prendere soldi, sarebbe ingiusto verso tutti gli altri lavoratori che contribuiscono a pagare quel periodo di riposo. Perchè si prenda l'80% della paga per 5 mesi (2 prima del parto e 3 dopo oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, salvo motivi gravi di salute per la madre o il bambino) occorre che negli ultimi due anni si siano lavorate almeno 52 settimane per le quali sono stati versati contributi regolari anche in settori diversi o almeno si siano lavorate 26 settimane nell'ultimo anno. Se ci sono queste condizioni l'indennità di maternità non esiste, c'è però un piccolo assegno di stato (Stato Italiano in questo caso) anche qui ci sono particolari condizioni ma non credo siano le tue visto che tu hai un lavoro. Occorre avvisare l'INPS per avere questi soldi.

      Elimina
    4. ho scritto male questa frase ma non riesco più a correggerla:

      "Non basta essere in maternità e essersi fatti assumere il giorno prima di essere state assunte per prendere soldi"

      volevo scrivere

      "Non basta essere in maternità e essersi fatte assumere il giorno prima di partorire per prendere soldi"

      Elimina
    5. Ho riscritto tutto perchè c'era un altro errore ma il mio tablet delle volte si mangia le parole

      Innanzi tutto paga l'INPS, ma l'Inps cioè quell'istituto che raccoglie contributi da tutti per versarli poi a chi ha difficoltà, o è in pensione non può regalare nulla perchè i soldi che si usano non sono quelli dello stato ma soldi versati da tutti i datori di lavoro e da tutti i lavoratori. Non basta essere in maternità ed essersi fatte assumere il giorno prima di partorire per prendere questi soldi, sarebbe ingiusto verso tutti gli altri lavoratori che contribuiscono a pagare quel periodo di riposo. Perchè si possa prendere l'80% della paga per 5 mesi (2 prima del parto e 3 dopo oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, salvo motivi gravi di salute per la madre o il bambino che farebbero passare periodi più lunghi nella malattia) occorre che negli ultimi due anni si siano lavorate almeno 52 settimane per le quali sono stati versati contributi regolari anche in settori diversi o almeno si siano lavorate 26 settimane nell'ultimo anno. Se NON ci sono queste condizioni l'indennità di maternità non esiste, c'è però un piccolo assegno di stato (Stato Italiano in questo caso cioè tasse di tutti i cittadini, per esempio l'IVA che si paga quando si comprano caramelle o carta igienica) anche qui ci sono particolari condizioni ma non credo siano le tue visto che tu hai un lavoro. Occorre avvisare l'INPS per avere questi soldi.

      Elimina

Quando un singolo post ha oltre 200 commenti, quelli eccedenti i primi 200, non vengono subito visualizzati. Per leggerli tutti è necessario cliccare qui sopra (quando viene inserito) il link:
"Carica altro..."